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Non è una novità, di anarchia relazionale si parlava già più di vent’anni fa negli ambienti della controcultura.
A Stoccolma all’inizio del 2000 Andie Nordgren, femminista e attivista queer, affermava:
“Noi avevamo teorie ed esperienze vissute che ci dimostravano che l’amore poteva essere provato verso più di una persona alla volta, ma le norme sulle relazioni sociali tentano di cancellare tutto ciò, creando una sorta di gabbia attorno alle relazioni basate sull’amore”.
Non si tratta di numero (avere molti partner sessuali o romantici che siano), ma significa riconsiderare la natura delle relazioni che intratteniamo, vivendole tutte come paritarie, della medesima importanza, anziché stabilire un ordine gerarchico di preferenza o addirittura definendo un’esclusività.
L’anarchia relazionale mette in discussione cioè l’idea che l’amore sia una risorsa limitata e che possa essere destinata solo a una coppia. Abbiamo la capacità di amare più di una persona, e l’amore provato per una persona non diminuisce l’amore provato per un’altra.
Quindi non ha senso classificare e confrontare persone e relazioni, ma occorre apprezzare l’individuo e il nostro legame con lui.
Ogni relazione è indipendente ed è una relazione tra individui autonomi.
È sicuramente una scelta stimolante ma anche impegnativa perché, andando contro le regole comunemente accettate, si configura come una sfida alle convenzioni della società.
Organizzare la propria vita in base al desiderio di incontrarsi per esplorare nuove situazioni, essere spontanei e liberi di esprimersi senza paura di punizioni e senza essere gravati da un malinteso senso del “dovere”.
Eliminare dai rapporti gerarchie ed esclusività equivale a mettere in discussione la “norma” comunemente accettata e codificata dalle istituzioni (infatti legalmente ci possiamo sposare o unirci civilmente solo con una persona).
Però significa anche rispettare l’indipendenza e l’autodeterminazione degli altri.
Piuttosto che cercare compromessi in ogni situazione, conviene lasciare che le persone care scelgano percorsi alternativi per mantenere intatta la loro integrità?
Ed è possibile farlo senza che diventi una crisi per la relazione?

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