Sono trascorsi più di due anni, ma è ancora vivida nella memoria di tutti la decisione orribile di quella madre che aveva lasciato la figlia di appena 16 mesi da sola in casa per sei giorni.
Se n’era andata per incontrare il suo compagno, a cui aveva raccontato che la piccina era al mare con sua sorella.
La piccola Diana, sola in casa, non ha avuto scampo ed è morta di stenti, senza cibo né acqua. Disposta su un lettino da campeggio, con a fianco il biberon pieno a metà e una boccetta di un tranquillante.
Nessuno l’aveva sentita piangere, niente strilli o lamenti. Si è spenta in silenzio, senza disturbare.
La madre è stata condannata all’ergastolo.
Una storia terribile in cui sembrava impossibile scovare una ragione, persino nelle acque profonde dell’indifferenza e della fuga dalla realtà.
E qualche giorno fa la storia si è ripetuta, ma al contrario.
I Carabinieri della Stazione di Montelibretti, a trenta chilometri da Roma, si sono recati in una casa per notificare un atto giudiziario. Non ricevendo alcuna risposta, e insospettiti da un forte odore, hanno deciso di entrare da una finestra lasciata aperta.
All’interno la macabra scoperta: una donna anziana giaceva a terra parzialmente coperta da un lenzuolo.
Il medico legale ha confermato che il decesso della 84enne risaliva a qualche giorno prima.
La figlia 49enne, incaricata alle cure dell’anziana, invalida e non autosufficiente, era partita per una vacanza in Abruzzo insieme ai due figli minori, abbandonandola senza cibo né acqua e nemmeno un telefono cellulare per chiamare i soccorsi.
L’84enne è morta di stenti, dopo giorni di fame e sete.
Il Tribunale di Tivoli ha convalidato l’arresto della donna, unica figlia dell’anziana e convivente, quindi tenuta a occuparsi della madre invalida. Oggi è indiziata del reato di abbandono di persona incapace.
Ma cosa stiamo diventando, se lasciamo morire i nostri figli o i nostri genitori come se fossero pesci rossi o piantine?