Di recente Pisa è stata teatro di un’altra delle tante aggressioni nei confronti delle donne.
Una 19enne, dopo aver trascorso la serata in discoteca con un coetaneo conosciuto online, si è appartata con lui ed è stata violentata.
Nonostante (o forse proprio per questo motivo) abbia tentato di opporsi, l’aggressione è stata talmente brutale che per guarire le serviranno da 20 a 40 giorni.
Durante lo stupro lui ha filmato tutto, per rivederlo con calma o condividerlo con gli amici, di certo orgoglioso della sua bravata: un’altra donna punita per aver rifiutato un approccio sessuale.
Quasi tutti i quotidiani che si sono occupati del caso hanno iniziato i loro articoli con queste parole: “Un uomo di 19 anni è stato arrestato per aver violentato una coetanea ecc.”.
Un uomo di 19 anni?
Come se a 19 anni si possa essere già uomini e non ragazzini.
A quest’età si è poco più che adolescenti, ragazzi appena affacciati alla vita che con gli anni e l’esperienza diventeranno adulti.
Ma la ferocia dell’episodio, la brutalità con cui si è svolto, probabilmente ha deformato in chiunque l’immagine del colpevole: da ragazzo a uomo, come se la giovinezza non potesse avere a che fare con una violenza simile.
Purtroppo sempre più giovani oggi assumono comportamenti da adulti, ma solo in negativo, prendendo a modello e scimmiottando atteggiamenti criminali, con una spregiudicatezza fuori dal comune.
Invece di difendersi a vicenda dalla cattiveria degli adulti, invece di fare fronte comune uniti dalla stessa inesperienza e freschezza, i ragazzi si accaniscono gli uni contro gli altri, si disprezzano a vicenda.
Quando ci chiederemo perché i nostri figli si stanno trasformando in soggetti violenti, anaffettivi e indifferenti al dolore proprio e altrui?