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Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha assolto un Comune che aveva tagliato le ore di sostegno a uno studente con disabilità.
I genitori del ragazzo avevano fatto ricorso perché la riduzione dell’assistenza va contro il regolamento del PEI (Piano Educativo Individualizzato) previsto dalla Repubblica Italiana per favorire l’inclusione e le potenzialità degli studenti con disabilità.
La motivazione addotta? Il PEI deve sottostare alle disponibilità dei bilanci comunali, diventando così proposta e non vincolo.
È gravissimo che questa sentenza servirà da precedente per rilanciare al ribasso le future scelte nel campo della disabilità nelle scuole. Le associazioni addette alla vigilanza dei protocolli sono adesso in aperto conflitto con le istituzioni.
Ricordiamo che in Italia il numero di studenti con disabilità è in aumento, mentre rimane basso il numero di insegnanti con formazione specifica (e tanti vengono pure assegnati in ritardo). Le strutture scolastiche sono in maggioranza inadeguate per le esigenze dei portatori di disabilità in termini di accessibilità e risorse specifiche.
Come nota CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), la sentenza è “un regresso nel campo dell’inclusione scolastica e un ritorno al passato che rischia di cancellare i passi in avanti faticosamente percorsi negli ultimi tempi”.
Ora il confronto resta aperto, e l’incostituzionalità della sentenza è una delle strade da seguire a livello legale.
L’inclusione scolastica può essere subordinata ai fondi comunali?
In altre parole: è giusto che gli studenti con disabilità si vedano ridurre gli strumenti per imparare come tutti i coetanei?
Forse non dovrebbero essere loro, né le loro famiglie, a pagare le conseguenze di un’amministrazione poco brillante delle economie locali…

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