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“Che colpa ne ho se mia figlia non va d’accordo con le sue compagne di classe? Che cosa c’entro io?”
Avrà pensato questo la madre di una 14enne che nel 2019, durante una lite a scuola, ha spinto una coetanea dalle scale provocandole un trauma cranico e un taglio al viso di 12 cm.
Non la pensa come lei il Tribunale di Pistoia, che ha condannato i genitori a pagare 85mila euro di risarcimento per le lesioni permanenti riportate dalla ragazzina: tutto questo non sarebbe accaduto se la ragazzina avesse ricevuto un’educazione adeguata a convivere pacificamente con gli altri.
Un indennizzo addirittura superiore a quello chiesto dai genitori della vittima, che si sarebbero accontentati di 53mila euro.
Nella sentenza è stato evidenziato l’obbligo per ogni genitore a mantenere, istruire ed educare un figlio, riconoscendo una diretta responsabilità degli adulti nel comportamento violento della ragazzina.
Per intenderci: i figli non vanno educati a scapaccioni, ma vanno educati. Devono imparare fin da bambini che cosa significhi rispetto e convivenza pacifica, bisogna spiegare l’importanza di un confronto che non finisca in rissa, né verbale né fisica.
Il problema è che spesso gli adulti, che siano genitori o meno, sono aggressivi, impazienti, prepotenti e superficiali. Ecco perché non riescono a comportarsi correttamente né a fornire un’educazione adeguata ai propri figli.
Oggi, chi decide di sposarsi può seguire un corso prematrimoniale, ma forse bisognerebbe introdurre i corsi pregenitoriali, e non come semplice preparazione al parto.
Dal momento che essere genitori è probabilmente il compito più difficile da portare avanti (sia per impegno che per durata), magari un aiuto nel tempo – per esempio con corsi gratuiti di un paio di giorni ogni sei mesi – potrebbe rivelarsi utile.

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