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A dicembre, i telegiornali si sono adoperati a tirare le somme sulle morti per infortuni durante il lavoro.
Gli articoli e i servizi sull’argomento sono stati numerosi, mentre nel resto dell’anno i morti sul lavoro spariscono dalle prime pagine, tornando ad occupare qualche trafiletto nella cronaca locale.
Quasi fosse semplice statistica, da confrontare di anno in anno.
E invece si tratta di uomini e donne morti durante lo svolgimento del proprio lavoro. Perciò desideriamo ricordare alcuni nomi delle vittime, perché le loro vite non siano solo dei numeri raccapriccianti.
A maggio del 2021 muore Luana D’Orazio, giovane mamma 22enne stritolata da un macchinario tessile in una ditta del pratese, perché erano state manomesse le cautele anti-infortunistiche per accorciare i tempi di produzione.
Nei giorni successivi, nei quotidiani e nei telegiornali, si è allungata la lista dei decessi.
Dopo Luana, a perdere la vita è stato Christian Martinelli, schiacciato da un tornio meccanico in una fabbrica di Busto Arsizio, poi Maurizio Gritti, colpito da una lastra di cemento in un cantiere del bergamasco, e ancora Andrea Recchia, travolto da 14 quintali di mangime in un’azienda in provincia di Parma.
Queste morti si sono consumate tutte a maggio, nell’arco di una settimana. Tanti articoli, tante parole sprecate, dopodiché silenzio stampa fino al 19 dicembre, quando tre operai hanno perso la vita nel torinese, a causa del crollo di una gru.
Se i lunghi elenchi di decessi a maggio e a dicembre sono sembrati un caso eccezionale, è solo perché non vengono resi noti i numeri reali di questa piaga.
Solo nel 2020 sono state presentate 1270 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale (le morti sul lavoro vengono chiamate proprio così: denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale).
Nell’anno appena concluso ne sono state presentate 1071, a un ritmo di 3 infortuni fatali al giorno.
Eppure se ne parla solo nel periodo natalizio, perché battersi per la sicurezza sul posto di lavoro significa richiedere investimenti agli imprenditori, ma anche prevedere maggiori controlli e spese da parte dello Stato.
Perciò, dopo qualche frase a effetto e vuote promesse, cade il silenzio.

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