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A Jesi un’intera classe delle scuole elementari è vittima di un bullo di 8 anni.
Secondo le cronache, le angherie che il bambino ha compiuto nei confronti dei propri compagni di classe vanno dai pugni sul naso fino al getto di gel disinfettante negli occhi.
Una situazione insostenibile per le famiglie di tutti gli alunni di quella classe, che hanno deciso di lasciare i propri figli a casa per più giorni, mentre l’unico a presentarsi a scuola era proprio il bullo.
Un gesto per manifestare l’esasperazione nei confronti della dirigenza e della famiglia del bambino.
Se da un lato è comprensibile la preoccupazione dei genitori per l’incolumità dei figli, dall’altro questa vicenda offre inevitabili rovesci della medaglia.
Per esempio, va benissimo difendere i bambini dalla violenza, ma chi sta difendendo questo bulletto di 8 anni da se stesso e dai suoi modi aggressivi?
In una situazione del genere, non è saggio limitarsi a pensare: “Punitelo, così impara!”, perché bisognerebbe prima domandarsi quale disagio viva questo bambino per esprimere così tanta aggressività: quale sia il dolore che prova nell’essere lui per primo vittima della propria violenza.
Perché la violenza si impara, si osserva, si recepisce, esattamente come il rispetto, l’educazione e la gentilezza.
Chi ha insegnato a questo bimbo ad aggredire i suoi coetanei, a risolvere qualunque questione a calci e pugni?
Quali sono le responsabilità della famiglia? Perché è del tutto inverosimile supporre che un bambino di pochi anni abbia sviluppato in totale autonomia comportamenti così squilibrati e netti.
In questi casi, come intervenire?
È comprensibile che i genitori dei bimbi aggrediti chiedano genericamente “che il problema venga risolto”, dalla scuola o dagli assistenti sociali.
Ma è giusto isolare o espellere un allievo di 8 anni?
Non bisognerebbe innanzitutto persuadere i familiari del bimbo a intraprendere un percorso coadiuvato da esperti nell’educazione e gestione dei bambini?
Perché sarebbe davvero sleale che a pagare sia unicamente lui, il bullo di 8 anni, tutto solo.

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