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“Simone ha un deficit cognitivo. Ci sono state delle complicazioni al momento della nascita: il cordone ombelicale si era stretto intorno alla gola, impedendogli di respirare regolarmente, e per quei primi fondamentali minuti l’ossigeno aveva esitato ad arrivare al suo piccolo cervello, da poco formato.
Risultato: Simone non parla, fa dei versi, quello che vuole lo indica, ha difficoltà nei movimenti, esprime i propri sentimenti con la massima cautela.
Avrebbe bisogno di un insegnante di sostegno. Nella scuola per l’infanzia più vicina a casa gli è toccata la maestra Margherita.
Qualsiasi cosa Simone faccia offre un pretesto alla maestra per prendersela con lui. Quando non fa niente e se ne sta a scarabocchiare tranquillo un foglio coi pastelli, o rimane seduto a guardare gli altri che giocano, lei sembra prendersela ancora di più, perché quelle volte il pretesto se lo deve inventare: gli scivola alle spalle, lo solleva per il collo, lo strattona, lo prende a schiaffi sulla testa riccia, senza neanche prendersi la briga di spiegare il perché.
È uno sfogo per lei, per la vita schifosa che conduce fuori dal lavoro, per la mancanza di soddisfazioni, per i soldi dello stipendio che sono sempre troppo pochi. Simone è il suo punching ball.
La maestra Margherita sta ordinando alla maestrina praticante come pulire i tavolini, quando avverte un odore inequivocabile. Sa già chi se l’è fatta addosso, ma fa finta di investigare.
Chi è stato? Tutti negano, Simone no. La bambina vicina a lui si tappa il naso e lo indica con un gesto da spiona.
La maestra Margherita pianta uno strillo: «Sempre lui. E come ti sbagli?».
Gli occhi di Simone si sgranano. Sottintendono una richiesta di aiuto, di tenerezza. La risposta della maestra Margherita è invece una sequenza di sberle sulle sue guance piene, mentre la maestrina, a un passo di distanza, finge di essere distratta a fare altro.”
Il brano è tratto da “I confini del male”, una raccolta di racconti scritta da P.G. Daniel, che denuncia quella malvagità distratta e quotidiana, scaturita da frustrazione e mancanza di empatia.
L’autore con lealtà riesce a dare forma e voce a tutte quelle vite annientate dall’indifferenza altrui.

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