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“Chi guardava Claudia vedeva una donna che provava a opporre resistenza, ma si stava piegando su quelle gambette sottili che non reggevano il peso di situazioni via via più surreali, perché la vita di Alekos somigliava a un’eterna ammucchiata di sesso, sentimento e str*nzaggine.”
Alekos è il protagonista, insieme a Claudia, dell’irriverente romanzo “La turista italiana” di Maria Tina Bruno.
Un greco dalla tipica bellezza mediterranea, con un approccio verso l’altro sesso da moderno cavaliere.
Per Alekos qualunque donna, bella o brutta che sia, è una creatura straordinaria, quasi magica. Un’entità ancestrale da venerare centimetro per centimetro.
Infatti, lui non è un amante che si accontenta di un fugace rapporto sessuale per poi planare verso altre conquiste. Che sia per un’ora o un mese, Alekos riesce a trasformare la sessualità in un incontro indimenticabile per il cuore, il corpo e la mente.
Ma questo suo insaziabile desiderio di compiacere le donne le induce tutte, nessuna esclusa, a confondere l’ardore con l’amore. Con non poche complicazioni per chi ha la fortuna/sfortuna di scivolare tra le sue braccia.
Alekos è consapevole che le sue emozioni altalenanti feriscono le donne che gravitano intorno a lui, eppure non riesce a uscire dal labirinto erotico che è la sua vita.
Ma la domanda da cui parte il romanzo è: perché le donne si lasciano coinvolgere da meccanismi che sin da subito sono in grado di riconoscere come dannosi?
Un romanzo imprevedibile dalla prima all’ultima pagina, leale come un’amica sincera, intelligente nell’affrontare in maniera diretta e mai banale tematiche come il Revenge Porn, il ghosting, la violenza sulle donne e, appunto, la dipendenza dal sesso.
Da leggere tutto d’un fiato per entrare in contatto con le sfumature più tenere o morbose dei rapporti umani.

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