“La turista italiana” di Maria Tina Bruno è un romanzo che affronta in maniera intelligente diversi aspetti caratteristici dei nostri tempi: il Ghosting, la solitudine, l’atipica solidarietà che si instaura tra donne, la difficoltà di continuare a vivere, il Revenge Porn, l’innamoramento, l’eros, tutti trattati con un chirurgico bilanciamento tra buonsenso, riflessione e ironia.
Compreso il rapporto tra uomo e donna dal punto di vista sessuale, sentimentale o anche solo comportamentale.
Si dice che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere. Mondi spesso inconciliabili, e solo talvolta complementari.
Questa incomunicabilità è ben resa in più punti del romanzo, a cominciare dall’incipit:
“Claudia e Alekos sono una donna e un uomo, e dunque non hanno nulla in comune, a parte il fatto di trovarsi in un giorno di agosto nello stesso luogo, nello stesso momento”.
Buffe incomprensioni che si rincorrono, come in questo episodio breve ma rivelatore.
A Chania, nell’isola di Creta, Alekos, protagonista maschile del romanzo, è alle prese con una turista austriaca che gli chiede di scattarle una foto davanti a un bellissimo panorama.
La descrizione della donna è filtrata e resa impietosa dal suo stesso sguardo, lo sguardo crudele di chi non riesce a piacersi:
“I capelli le ricadono sulle spalle in lunghe ciocche di un castano spento, quasi rassegnato. Le labbra sottili, sparite nel sorriso, spalancano la bocca su gengive violacee”.
Eppure agli occhi dell’uomo lei appare del tutto diversa:
“Femmina generosa, pensa Alekos, quando vede il tessuto tirarsi all’altezza del petto su un seno enorme e molle, lattiginoso e pesante, incantevole e perfetto per riempirsi le mani tutte intere”.
E più lei interpreta male lo sguardo maschile, intravedendoci palese disgusto, più lui invece si sta eccitando.
Dando così vita a una situazione comica che si rivela unicamente al lettore, e che infonderà un po’ di autostima in quelle donne che detestano i propri corpi, neanche immaginando quanto invece risultino gradevoli a molti sguardi.
Un romanzo leale, irriverente e tremendamente sincero, in cui ciascuno potrà riconoscersi, per capire come non essere turisti della propria vita.