“E l’amore?
Quanto tempo impiega l’amore a sparire
dal mio corpo
e dal tuo?”
“A volte mi calmo” è un libro di brevi ma sorprendenti riflessioni sul tema dell’abbandono, che sta ottenendo un meritato successo grazie al passaparola: sono sempre più numerosi i lettori che dopo averlo acquistato ci scrivono per condividere le loro emozioni e spesso inviano le fotografie dei quadri che hanno realizzato con le suggestive illustrazioni staccabili di questo volume.
Noi non possiamo che esserne immensamente orgogliosi perché un libro non ha alcuna utilità, se non riesce a emozionare i lettori.
La domanda da cui parte “A volte mi calmo” è semplice: si può sopravvivere a un improvviso abbandono, senza inaridirsi e senza rimanerne traumatizzati?
Quando una storia d’amore finisce bruscamente l’impresa più difficile non è riuscire a continuare la propria vita, ma rimanere se stessi.
L’istinto, infatti, è quello di chiudersi a riccio, di proteggersi dal dolore cancellando la parte più vulnerabile di noi: quelle emozioni che ci rendono disponibili e accoglienti verso un altro essere umano.
La delusione che proviamo è talmente intensa da spegnere ogni passione.
E invece la capacità di amare è il bene più prezioso che possediamo, l’unica risorsa che bisogna preservare a ogni costo.
Perciò la tentazione di considerare la fine di una relazione amorosa come un demerito personale deve essere repressa con fermezza. L’idea di essere stati lasciati perché non valiamo abbastanza va estirpata subito dal cuore e dalla mente.
Come?
Coltivando una sana tenerezza verso se stessi e imparando a valutare la realtà con sguardo lucido, perché non c’è niente di più sleale che continuare ad amare chi non ci ama.
Naturalmente servono coraggio e una robusta dose di ironia. Ecco perché “A volte mi calmo” è un libro che commuove e fa sorridere, che racconta con sincerità e induce a riflettere, ma nello stesso tempo riempie il cuore e gli occhi di immagini e parole potenti.
“E poi me lo dici così, non ti amo più?
Me lo dici così?
Come se non mi avessi amata mai.
E c’è una bella differenza
tra non amare più
e non avere mai amato.”