Marcello se n’era andato. In un giorno di marzo, senza dire neanche una parola.
Scomparso nel nulla.
Come se non ci fosse mai stato.
Le sue intenzioni le aveva scritte su un foglietto bianco con una penna blu.
“Una penna blu”, pensa Claudia.
Come si fa a prendere una penna in mano – quella che hai usato per la lista della spesa o per disegnare casette mentre chiacchieri al telefono – e scrivere di voler morire?
Come si fa a decidere di voler morire?
Morire.
E invece Marcello se n’era andato. Senza pensarci.
Senza ripensarci.
Aveva lasciato le chiavi di casa sul tavolo della sala. E il cellulare. Di fianco, il suo passaporto, la patente e la carta d’identità. Nel portafogli qualche decina di euro, i bancomat, le carte di credito. Al centro del tavolo aveva appoggiato il suo libro preferito con dentro una foto di lui e Claudia abbracciati nel letto. E un foglietto. Poche righe, scritte in fretta.
Mentre leggeva, a Claudia sembrò di non sentire più le gambe, come se qualcuno le avesse tagliato il corpo in due buttandone via una parte.
Da quel giorno, le sembrava di vederlo dappertutto.
Marcello.
In ogni uomo di spalle, in ogni viso nascosto da un casco da motociclista, nell’andatura frettolosa di uno sconosciuto, nel timbro di una voce dietro di lei. Dovunque e sempre, Claudia riconosceva Marcello. E il suo cuore ogni volta sussultava, rallentava, poi cominciava a battere rapidissimo dentro di lei.
In preda a un meccanismo che non rispondeva ad alcuna logica – se non una logica disperazione – Claudia continuamente proiettava il proprio desiderio di rincontrare Marcello in ogni sguardo colto di sfuggita. Per decine e decine di volte, Claudia avrebbe potuto giurare di aver visto Marcello allontanarsi da un qualunque posto. Visi che si sovrapponevano uno all’altro, in una sequenza infinita di profili: Marcello era lì, a un passo da lei.
Più giovani o più vecchi: per Claudia non faceva nessuna differenza. Quell’uomo – qualunque uomo – era Marcello, Claudia ne era certa e qualcosa dentro di lei ogni volta si riaccendeva e sperava. Sperava fortissimamente che Marcello fosse ancora vivo. Dovunque e con chiunque, però vivo.
Scomparso nel nulla.
Come se non ci fosse mai stato.
Le sue intenzioni le aveva scritte su un foglietto bianco con una penna blu.
“Una penna blu”, pensa Claudia.
Come si fa a prendere una penna in mano – quella che hai usato per la lista della spesa o per disegnare casette mentre chiacchieri al telefono – e scrivere di voler morire?
Come si fa a decidere di voler morire?
Morire.
E invece Marcello se n’era andato. Senza pensarci.
Senza ripensarci.
Aveva lasciato le chiavi di casa sul tavolo della sala. E il cellulare. Di fianco, il suo passaporto, la patente e la carta d’identità. Nel portafogli qualche decina di euro, i bancomat, le carte di credito. Al centro del tavolo aveva appoggiato il suo libro preferito con dentro una foto di lui e Claudia abbracciati nel letto. E un foglietto. Poche righe, scritte in fretta.
Mentre leggeva, a Claudia sembrò di non sentire più le gambe, come se qualcuno le avesse tagliato il corpo in due buttandone via una parte.
Da quel giorno, le sembrava di vederlo dappertutto.
Marcello.
In ogni uomo di spalle, in ogni viso nascosto da un casco da motociclista, nell’andatura frettolosa di uno sconosciuto, nel timbro di una voce dietro di lei. Dovunque e sempre, Claudia riconosceva Marcello. E il suo cuore ogni volta sussultava, rallentava, poi cominciava a battere rapidissimo dentro di lei.
In preda a un meccanismo che non rispondeva ad alcuna logica – se non una logica disperazione – Claudia continuamente proiettava il proprio desiderio di rincontrare Marcello in ogni sguardo colto di sfuggita. Per decine e decine di volte, Claudia avrebbe potuto giurare di aver visto Marcello allontanarsi da un qualunque posto. Visi che si sovrapponevano uno all’altro, in una sequenza infinita di profili: Marcello era lì, a un passo da lei.
Più giovani o più vecchi: per Claudia non faceva nessuna differenza. Quell’uomo – qualunque uomo – era Marcello, Claudia ne era certa e qualcosa dentro di lei ogni volta si riaccendeva e sperava. Sperava fortissimamente che Marcello fosse ancora vivo. Dovunque e con chiunque, però vivo.
(tratto da “La turista italiana”)