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«Il tizio a terra perde un filo di schiuma dalla bocca, ma continua a tenere le palpebre gonfie e violacee abbassate. Allora il sovrintendente, spazientito, gli assesta una taccata in un rene. Almeno per un attimo il tossico sembra rianimarsi a causa di quel dolore improvviso che, bruciante e veloce come una scossa, si trasmette a tutto il busto.
Il mormorio di poco prima diventa il lamento ferino che esce da quella bocca sbavante. Il tizio si gira sulla schiena, con estrema difficoltà prova a spalpebrare. Quelle che intravede devono essere le figure indistinte dei tre tutori dell’ordine in piedi attorno a lui, che lo fissano da sopra in giù.
È un maghrebino, ora se ne accorgono. Olivastro, labbra turgide, naso adunco. Però potrebbe anche essere delle parti da cui viene l’agente scelto Cargiulo, se è per questo.
Come reazione istintiva a quella scoperta, il sovrintendente si fa avanti, arrestando il passo proprio sopra il palmo aperto del tizio sdraiato per terra. Ci appoggia tutto il peso del corpo. Abdul si riprende, ululando di dolore.»
Il regime democratico conferisce alle proprie forze di polizia un grande potere. Esse sono chiamate a mantenere l’ordine e a combattere il crimine, perciò, per loro, è ammessa un’adeguata libertà d’azione, che però può trasformarsi in un serio problema qualora le persone che ne fanno parte non siano state ben selezionate, addestrate e non vengano continuamente sottoposte a un principio superiore.
“Quis custodiet custode?”, si chiedeva già Platone. Chi controllerà i controllori?
Le cronache recenti ci parlano di tutori dell’ordine pubblico che tradivano i compiti assegnati dallo Stato per violare la legge spacciando, brutalizzando i malcapitati che finivano in caserma, arricchendosi in maniera illecita.
Il racconto “Abdul”, presente nella raccolta “I confini del male”, aveva già previsto una situazione molto simile, quando cioè chi è chiamato a difendere i cittadini si sente legittimato ad agire ben al di là di quanto preveda il Codice Penale.
Qui a farne le spese sarà un extracomunitario, che la pattuglia in questione incastrerà senza scrupoli pur di tutelare le proprie discutibili scelte operative. A voi la lettura!

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