28 bis

Che ci rimane dell’episodio di cronaca di Colleferro?
Foto, passate su media e social a ciclo continuo.
Da una parte un ragazzino smilzo, dal sorriso aperto e disponibile, gli occhi gonfi di speranza e di gioia di vivere: la vittima.
Dall’altra parte, una serie di selfie e di scatti con i protagonisti in posa, fisici palestrati, tatuaggi aggressivi, facce da babbei che tentano di camuffare la nullità caratteriale di quei loro tratti anonimi con espressioni truci.
Willy è morto accidentalmente, per sedare una rissa ai danni di un suo amico: si è trovato bombardato dal pestaggio congiunto di quattro energumeni, un calcio alla tempia gli è stato fatale.
Un ragazzo generoso, che si lancia senza remore in difesa degli altri contro una manica di perdenti, che hanno bisogno di muoversi in quattro per essere certi di avere la meglio su un ragazzino. Si aggiunga l’elemento razziale, visto che Willy era scuro di pelle: «Era solo un immigrato!» è la dichiarazione demenziale rilasciata oggi da un parente di uno dei picchiatori.
Willy aspirava a un’avviata professione da chef, oltre che a una carriera da calciatore, il massimo dell’aspirazione dei suoi carnefici era quello di cambiare il loro Suv con uno di ultima generazione.
Praticavano arti marziali estreme e si professavano fascisti, ma ciò che hanno compiuto va al di là della semplice nostalgia del Ventennio, affonda le radici in qualcosa di più remoto e ancestrale: la sopraffazione del più debole, quasi sempre messa in atto con un’evidente disparità numerica, tanto per giocare facile, per assicurarsi la vittoria già in partenza.
È questa, forse, la più alta forma di vigliaccheria, di cui il fascismo è stato una delle incarnazioni storiche più eclatanti.
Il personaggio del codardo, dalla vita vuota e dalle scarse prospettive, che tenta di darsi importanza castigando gratuitamente chi certamente soccomberà alle sue angherie ritorna spesso in quella disamina particolareggiata dei tempi correnti che è la mia raccolta di racconti “I confini del male”, di Pop Edizioni. Ci troverete casi tristemente simili a quello di Willy. Casi ispirati a cronache del passato recente, che temo ritroveremo anche in futuro.

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