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“A loro piace ritrovarsi in gruppo. Li fa sentire forti. Li fa sentire dei duri. Le insicurezze personali, le botte che prendono dai genitori, la noia, le loro vite vuote svaniscono quando si ritrovano tutti insieme. È come se, contro ogni logica matematica, tante nullità messe insieme dessero come risultato un qualche valore numerico.
«Guarda che ci ho, frà,» saluta Rico ad alta voce. Mentre si avvicina, quasi di corsa, vedono qualcosa che gli brilla tra le dita.
Quando è lì, si salutano incrociando i pollici, agganciandosi le falangette e tirando un pugno contro la spalla uno all’altro in segno d’amicizia. Più forte dai il pugno, più dimostri quanto sei tosto.
«Che ci hai lì?» si incuriosisce Mino.
È un tirapugni. Nuovo di pacca. Pare un gioiello tant’è tirato a lucido. Farebbe la gioia di una gazza ladra.
«Dove l’hai pescato quello?»
«Amazon.»
«Questo andrebbe bene col mong*spastico,» propone Faina, rigirandoselo tra le mani.
“Mong*spastico” è come chiamano Martino, un signore di mezz’età affetto da spasticità. Lo conoscono tutti nel quartiere, è nato lì, vive ancora lì. Si assenta giusto per andare a lavorare. È impiegato come passacarte in municipio, un lavoro che gli hanno dato con la 104. È nel tragitto per il rientro che loro, di solito, lo beccano.”
Questo è l’inizio del racconto “Leonora”, che troverete nella raccolta “I confini del male”. Protagonista è un gruppo di ragazzi annoiati, che passa il tempo libero a importunare, anche pesantemente, i disabili del quartiere, bersagli elettivi per dei vigliacchi come loro, che amano mostrarsi forti accanendosi con chi non riesce a difendersi.
Il gruppo come rifugio, il gruppo come addizione delle loro insulse personalità, la cui somma resta comunque una desolante vuotaggine, il gruppo come deresponsabilizzazione individuale: darsi coraggio l’uno con l’altro nell’attuazione dei comportamenti più biechi spesso, specialmente per le menti più deboli, soffoca i freni inibitori e i rimorsi di coscienza. Ecco perché un individuo, preso da solo, non farebbe mai ciò che invece, per ragioni emulative o come una sorta di perversa prova di coraggio, confuso nel branco non ha problemi a mettere in atto.

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