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“Tante formichine presuntuose, ecco quello che siamo: formichine che si affannano, e sudano e si sforzano, con il loro miserevole, inutile entusiasmo di mezzora. E vai di aggettivi, rabbrividisce Claudia con disgusto. Sono ridicola persino quando mi accorgo di essere ridicola. Con tutta questa insopportabile abbondanza di sfumature. Se oggi mi viene in mente solo un altro aggettivo, giuro che mi butto in un crepaccio.”
Se è vero che il simile cura il simile – una idea che lega la sapienza indiana alla vaccinazione e l’omeopatia a Ippocrate – si spiega il grande conforto che dà leggere, che è “assimilare”, rendere simile a sé una storia e trovarsi all’incrocio fra quella di chi scrive e la nostra.
Con “La turista italiana”, di Maria Tina Bruno, succede molto, molto di più: possiamo condividere con la protagonista del romanzo quei momenti di difficoltà, tanto somiglianti a giri vorticosi di pensieri, che non si placano nemmeno per un istante, ma che ad affrontarli smettono di farci paura. Ed è un grande passo avanti.
“Non dico amarmi, ma vorrei almeno provare una robusta simpatia per me stessa”: mentre si addentra nei suoi tic mentali, nella sua voglia di vivere pienamente senza essere limitata dai mille dubbi con cui, ogni giorno, reprimiamo la parte più intensa di noi, la protagonista del romanzo non separa mai il cosa e il come, e ci mette di fronte alla sua disarmante umanità, femminile e ironica, quella stessa granitica fragilità che da sempre permette alle donne di affrontare le massime questioni dell’universo pur dovendo occuparsi nel frattempo di ogni genere di perdita di tempo.
Baci, risate, lacrime, momenti intimi e delicati, orizzonti diversi; e un umorismo naturale che ci conduce per mano, nel girovagare di tanti personaggi, tutti alla ricerca di una verità che valga almeno per se stessi.
Melodramma in forma di commedia, “La turista italiana” è un viaggio lieve ma non superficiale fra sé e gli altri, un antidoto alla solitudine, che guarisce con le parole perché: “Anche i tempi verbali nella vita sono importanti, prevengono l’incertezza delle situazioni. C’è una bella differenza tra dire io ti amerei e io ti amo”.

 

 

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