Siamo onesti: è difficile instaurare una vera alleanza tra donne.
In un mondo che ci spinge a una competizione senza fine, dove surclassare gli altri sembra l’unico modo per affermarsi, raggiungere un’alleanza al femminile è più cruciale che mai, eppure nessuno sembra rendersi conto di quanto sia un obiettivo complesso.
Mentre molti osservatori e scrittori preferiscono ignorare il problema e prospettare nella finzione romanzesca situazioni idilliache, c’è anche chi sceglie di raccontare nella loro interezza le difficoltà che nascono nelle relazioni tra donne, oltre che tra donne e uomini: tra questi spicca sicuramente la scrittrice Maria Tina Bruno con il suo romanzo “La turista italiana”.
“Claudia e Alekos, come i nomi stessi suggeriscono, sono una donna e un uomo e dunque non hanno nulla in comune”: è questo l’inizio di un romanzo decisamente atipico e innovativo nella propria spietata sincerità, pur raccontando situazioni all’apparenza normali, che potrebbero appartenere alla vita di chiunque.
Attraverso le vicende di Claudia, donna mediamente insicura e poco fascinosa che, per sfuggire a una dolorosa esperienza, decide di partire per Creta dove si “schianterà” letteralmente contro un fascinosissimo uomo greco, Maria Tina Bruno costruisce un mosaico ironico e audace dei rapporti tra uomini e donne, raccontati senza idealizzarli né edulcorarli.
Stessa feroce onestà l’autrice dedica al controverso rapporto tra donne, che pur partendo da un assunto tristemente vero: “Le donne non si alleano tra donne. E neanche morte si aiuterebbero. Sono troppo occupate a mistificare la realtà, una contro l’altra,” approda però a una meta ben diversa.
Perché dove i rapporti tra donne e uomini falliscono, o feriscono, anche in modo eclatante, sono le donne a poter trovare un modo di stringersi l’una all’altra, nonostante le differenze e diffidenze, nonostante le incomprensioni.
Infatti, le alleanze che nascono tra le pagine di “La turista italiana” sono vive e vitali, comuni a moltissime donne di oggi: perché a volte basta un viaggio per non sentirsi più “turisti della propria vita”, a volte basta leggere un bel libro per riconoscersi.