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È notizia recente l’affossamento del Ddl Zan, alla fine del sofferto iter parlamentare che tutti conosciamo.
Niente, sembra che l’Italia, perlomeno la maggior parte della sua classe politica, non ne voglia proprio sapere di adeguare le leggi vigenti alla realtà quotidiana, preferendo misconoscere i diritti civili di una considerevole fetta della popolazione e ignorare vigliaccamente soprusi e ingiurie di matrice sessista e omofoba lesivi per chi ne è vittima.
Nel libro “I confini del male” di P.G. Daniel, pubblicato da Pop Edizioni, troverete un racconto che tratta proprio questo argomento. Si intitola “Luciano”. Il protagonista è un uomo di mezz’età che vive pacificamente la relazione col proprio compagno di vita, almeno sino al giorno in cui alcuni condomini organizzano contro di lui un brutale pestaggio per punirlo di queste sue scelte affettive.
“Dal dolore la vista gli si appanna. Anzi, lo acceca proprio.
Qualcuno passa dal cortile. Vede e tira dritto. Pure la dirimpettaia di Luciano e Carlo sta arrivando. I quattro non si scompongono, lei arriva sino a lì, un passetto dopo l’altro, guarda bene cosa sta succedendo. Neanche lei fiata. Abbassa gli occhi, sale le scale, scompare.
Luciano resta così, steso a terra, in un angolo, si gode il minimo conforto del fresco del cemento contro la guancia ammaccata.
Li vede sfilare via, uno dietro l’altro. «Vediamo se stavolta l’ha capita, vediamo…»
La luce del sole torna a scaldarlo, lui chiude gli occhi, con sufficiente dolcezza. Pensa a quando, tra un attimo, Carlo entrerà dal portone e lo vedrà così, steso, dolorante. Lo solleverà con le sue forti braccia. Lo accarezzerà. Lo accompagnerà in casa. Lo medicherà.
Lo farà stendere sul divano. Sarà lui a preparare il pranzo, che anche se non sa cucinare per stavolta sarà tutto buonissimo. Luciano lo dissuaderà dal vendicarlo. Non è il caso. Lascia correre. Un calore familiare li riunirà uno con l’altro, una volta ancora.”

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