“Talmente forte fu il dolore che provò, che sembrava si fosse gelato nel suo cuore.”
L’invito dell’Autrice, che sceglie una scrittura quanto più possibile neutra per lasciar parlare le donne che ha incontrato, è tuttavia chiaro: ascoltare senza giudicare. Assistere senza ritrarsi. Guardare senza distogliere lo sguardo.
“Raccontare alcune delle storie che mi sono state offerte è una scelta importante che rende omaggio alle donne egiziane che, per un attimo, mi hanno reso parte della loro esistenza.
Gli anni in cui le ho incontrate hanno lasciato un’impronta dentro di me che ha il profumo di guava fresca, offerta tra un sorriso e un rammarico, e di karkadè bevuto per mitigare la malinconia.
Io le ho ascoltate nuda, nessun giudizio sulla mia pelle, accogliente come un prato in cui sdraiarsi e riposare dopo un lungo viaggio.
E le ho amate. Mi sono emozionata con loro, mi sono sentita triste e vulnerabile.
Si può entrare nella vita delle donne d’Egitto, entrare nudi come me, e poi lasciarle andare senza il soffio del giudizio.
Nei loro racconti, fragili e persistenti, c’era la volontà di celebrare la vita affinché non si perdesse nel ricordo.
Onorata di averle conosciute, ed emozionata di presentarvele.”
J.H. Yasmin
L’autrice
Italiana di origini egiziane, J.H. Yasmin è nata a Roma nel 1979 e vive al Cairo da vent’anni. Sposata e madre di due bambini, è insegnante di italiano e collabora con varie testate online per cui scrive articoli sulla cultura e sulla storia egiziana.
La mia patria sono io è la sua prima raccolta di racconti.
Le protagoniste
“Affinché Miriam non impazzisse dal dolore, la convinsero che solo restando chiusa in casa avrebbe avuto modo di riflettere accuratamente sul suo futuro.”
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“Dio non le aveva concesso una vita degna.
Ogni mattina, però, le concedeva una vita che lei non voleva più.
Le concedeva il cielo da guardare dietro una finestra, le concedeva sua madre che l’abbracciava forte e sospirava.”
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“Fawzeya si sposò a sedici anni.
Dalla gioia di venir chiesta in sposa da un uomo di carnagione più chiara di lei, si arrampicò su di una palma ai cui rami legò una bandiera bianca.”
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“Noura ha smesso di esistere da quando, anni prima, è diventata prigioniera nella sua casa. È una donna divorziata che, come vuole la tradizione, è tornata a vivere dalla sua famiglia.”
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“A venticinque anni Marwa sposò il figlio di un caro amico di suo padre. Il matrimonio fu organizzato dalle rispettive famiglie e le fu concesso un anno di tempo per conoscere e imparare ad amare il suo futuro marito.”
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“Aveva fatto di tutto per non salire su quell’aereo.
Giorni interi a piangere, a escogitare fughe con le amiche, a litigare con suo padre, a implorare sua madre. Ma loro erano stati irremovibili.
Portare le figlie al Cairo prima del compimento della maggiore età era l’unica maniera per impedire che la più grande restasse in Europa per libera scelta.”
“Una storia ‘minore’ che è – per chi sa leggerla – non meno spettacolare e interessante della ‘maggiore, intrigante, sorprendente, condizionata spesso dal caso, un Dio astratto e capriccioso, per cui piccoli episodi imprevedibili, infausti o fortunati, possono decidere l’intero destino di una persona.”
Vincenzo Sparagna
COLLANA “VOCI NARRANTI”
168 pagine
ISBN 979-12-80297-01-3