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Per la nostra rubrica, interamente dedicata a tutti gli scrittori del socio-cosmo, oggi vi presentiamo il testo di Stefano.

Continuate ad inviarci le vostre creazioni e noi continueremo a darvi voce!

 

La detesto.
Ti detesto.
Detesto me vicino a te. Nella stessa automobile, nella stessa casa, nello stesso immenso condominio.
Detesto il tuo nome di fianco al mio nome, i tuoi capelli di fianco al mio cuscino, il tuo respiro di fianco al mio respiro.
Ti detesto più della pestilenza, della siccità, della fame, del sangue, dell’orrore, di tutte le notti che non si può dormire.
Ti detesto più della paura, più della mia debolezza di uomo inutile e incapace.
Noi due insieme siamo la fine del mondo, il mondo finito, spacciato, inaridito, impoverito, depravato. Io sono il concime dell’infertilità in amore, tu sei la goccia amara di torrenti inquinanti e maleodoranti.
Tu sei infetta, io sono malato di infelicità e rancore.
Detesto noi due riflessi in un unico specchio che non sa mentire, sminuiti e calpestati da questa vita ignobile che ogni giorno percorriamo insieme, tenendoci per mano disperati.
Detesto il male che ti ho fatto, il dolore che ti ho inflitto, le umiliazioni che hanno massacrato i tuoi occhi, il mio cuore, il tuo cuore, i nostri sorrisi.
Ti ho vista piangere, in ginocchio, senza forza, senza voce, senza rabbia per me, senza disprezzo e neppure odio, per me, che ti ho piegata e illusa.
Tu, incrollabile nella tua fede d’amore. Granitica nella tolleranza e nella comprensione.
Non ti perdonerò mai di avermi perdonato. E ti detesto, quasi quanto detesto me.

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