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A causa di un lungo ricovero in ospedale, mi sono ritrovata a interpretare il difficile ruolo di “prosciutto”: di pezzo di carne che chiunque può spogliare, bucare, manipolare, utilizzare per imparare a fare i prelievi arteriosi o venosi, inserire un catetere, tentare una diagnosi…
Per quanto mi è stato possibile, ho difeso il mio corpo e i miei diritti ricordando a tutti che essere malati non significa diventare ostaggi inermi di qualunque presuntuoso cialtrone incompetente.
Un malato – proprio perché malato – necessiterebbe di una maggiore tutela, e invece negli ospedali i malati subiscono qualunque errore, imperizia, disattenzione e trascuratezza senza fiatare, per paura di fare arrabbiare i medici o gli infermieri che dovrebbero curarli.
È una terribile ingiustizia, e in tutta la mia vita non ho mai provato una rabbia così feroce. E tu?
Che cosa ti fa infuriare fino alle lacrime?

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