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Può esistere un qualsiasi tipo di rapporto basato sulla menzogna?
Fingersi migliori di quello che si è, o semplicemente diversi, non può mai condurre alla felicità, non solo perché prima o poi le bugie verranno alla luce, ma anche perché mentire a se stessi inquina ogni tipo di soddisfazione, di felicità, di attività, di emozione.
Lo sa bene chi, giunto all’età adulta e spinto dalle pressioni sociali a fare di tutto pur di non rimanere da solo, si trova a falsificare la propria identità, online o nella vita reale, pur di trovare un compagno o una compagna.
Ma l’amore non è questo.
Ce lo ricorda bene la raccolta di poesie di Roberta Margiotta, “Ero feroce in sogno”, che ci racconta di sentimenti assoluti, che rapiscono e catturano, e che esigono totale sincerità. Durante l’età degli estremi, dove tutto è bianco o nero, le poesie della Margiotta ci ricordano che questa esigenza, temperata dalla crescita, è sempre rimasta lì, dormiente, dentro di noi.
“Non perdermi
dietro le attese e i ritardi di un volto inconsapevole
perso nella fugacità dell’attimo.”
Troppo spesso la quotidianità ci trascina via con sé, facendoci dimenticare le esigenze della nostra sfera affettiva. Invece, ritornare a un’età dove tutto, se approcciato con passione e con dedizione, può risplendere di luce propria, può farci riscoprire la bellezza insita in qualsiasi aspetto della nostra vita.
Perché forse il punto non è ciò che facciamo o chi amiamo, ma come lo facciamo: è la qualità del nostro agire che può rendere straordinario qualunque banale evento della vita.
Ed è proprio in questo che risiede lo splendore del sentire adolescenziale: i sentimenti e gli intenti non sono appannati.

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