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“Sono filmati normalissimi di due persone che fanno sesso. Il problema è che si vede il viso e si sentono le voci e i nomi.
Neanche a dirlo, i soggetti più colpiti sono le donne. Donne qualsiasi, dalla vita rassicurante, forse con figli, impegni, fidanzati, mariti, rotture di scatole quotidiane. Oppure ragazzine che vanno a scuola, studiano, escono con gli amici. Ma un giorno decidono che va bene, in fondo che c’è di male a farsi riprendere durante un rapporto sessuale? Anzi, è carino se dopo lo possiamo guardare insieme, magari abbracciati nel letto. Siamo innamorati, giusto?
Peccato che a volte questi filmati finiscano in Rete, o vengano condivisi di telefonino in telefonino e chiunque li potrà vedere. Chiunque. Compresi amici, parenti e conoscenti.
Ecco perché dobbiamo parlare alle mamme e alle figlie, alle sorelle, alle amiche più grandi. Dobbiamo parlare con tutte le donne. Dobbiamo imparare a difenderci e a tutelarci. Dobbiamo dirlo: donne non facciamolo in Rete.”
E infatti “Donne non facciamolo in Rete” è il nome delle pagine Facebook e Instagram che Pop Edizioni ha creato per informare le donne sui pericoli del web.
L’idea nasce proprio dalle pagine del romanzo “La turista italiana”, di Maria Tina Bruno, cofondatrice di questo progetto social.
Come spiega l’autrice in un’intervista: “Revenge porn, sextorsion, romance scam, ghosting sono termini internazionali, ormai quasi di moda, per indicare quei fenomeni sociali che colpiscono chiunque, e a qualunque età, e tuttavia non possono spiegare quanto dolore, rabbia, frustrazione e amarezza si provano.
Sapere che qualcuno di cui ci siamo fidati ha diffuso online le nostre immagini intime è un’esperienza traumatizzante, che cambierà la nostra vita e, soprattutto, la nostra capacità di fidarci e di vivere il sesso in piena libertà.
Ecco perché bisogna imparare a tutelarsi con pochi e semplici accorgimenti. Ma prima è necessario capire esattamente che cosa siano il ghosting o il revenge porn, per esempio, e un romanzo mi è sembrato un buon modo per spiegarlo, perché dà l’opportunità di raccontare le sfumature, di ripercorrere il prima, il durante e il dopo di alcune situazioni”.

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