“Non mi resta che parlarvi di me, ma sì proprio di me, un cambiamento mica da poco quando la persona a me più cara partì senza salutarmi neanche, voleva cambiare le cose e sparare, sì sparare, voleva fare il terrorista da grande, non aveva nient’altro in programma, ma che progetti di vita, lui ce l’avrebbe fatta, ma un po’ di tempo ci voleva e poi non poteva fare tutto da solo, se la prese con me una volta e mi sputò in faccia.”
Chi parla è uno dei tanti personaggi di “Nulla di rivoluzionario”, romanzo d’esordio del giovane Sandro Di Lorenzo, illustrato dal decano del disegno italiano Bicio Fabbri.
“Nulla di rivoluzionario” è un libro corale sui generis, un romanzo dalla prosa sorprendente e innovativa, costruita su un affastellamento di tic linguistici, monologhi interiori, dialoghi strabilianti, reminiscenze, descrizioni dettagliate, parole sempre in bilico tra la più profonda introspezione e la più acuta ironia.
La crisi esistenziale è uno dei temi centrali, vissuta da un gruppo di giovani, ognuno rinchiuso dentro il proprio “crampo comportamentale”, alla perenne ricerca di una via di fuga per cambiare se stessi e il mondo, senza però la dovuta convinzione, perché forse, per cambiare le cose, è più facile ingerire una buona dose di psicofarmaci e aspettare.
Ma l’autore non fa sconti a nessuno e mostra in tutta la loro mollezza anche i famigerati “adulti”: crisi di mezz’età, crisi ideologiche, crisi economiche, crisi d’identità. E qual è la soluzione proposta da chi ha abbastanza anni da aver maturato parecchia esperienza? Gli amorazzi clandestini, tanto per tirarsi su.
In “Nulla di rivoluzionario” le zone grigie di questa epoca vengono sommerse dall’impetuoso testo di Di Lorenzo, arricchito dalle illustrazioni altrettanto potenti di Bicio Fabbri, già vignettista per Frigidaire, Cuore e Il Nuovo Male, che qui si è sbizzarrito in una girandola di illustrazioni che capovolgono la visione del lettore, inchiodandolo dalla prima all’ultima pagina in una dimensione ammaliante e ipnotica.
Un volume imperdibile per spingere il nostro sguardo ben oltre le apparenze.