“Quante persone, quante parole incontriamo e quante storie si diluiscono dentro di noi senza che ce ne rendiamo conto.
Viviamo giorni in cui il parlare viene prima dell’ascoltare e il fermarsi è quasi un privilegio.
E se invece ognuno di noi si soffermasse a guardare la bellezza, ad ascoltare le parole che ci raggiungono senza essere percepite, a consolare il dolore delle vite che sfioriamo?”
Nell’Egitto dei nostri giorni la scrittrice italo-egiziana J.H. Yasmin, nata e cresciuta a Roma e poi trasferitasi al Cairo, incontra nove donne che decidono di affidarle il racconto della propria vita.
Per la prima volta ognuna di loro trova il coraggio di raccontare la verità, forse innanzitutto a se stessa, e di ammettere le violenze, le molestie, le ingiustizie, le discriminazioni e i soprusi subiti in nome di una tradizione culturale arcaica e patriarcale.
Serve coraggio per parlare con lealtà, per consentire alla mente e al cuore di svelare ad alta voce quelle verità inconcepibili in una società contemporanea.
Infibulazione, matrimoni combinati, ripudio da parte del marito, segregazione, violenze sessuali, percosse, diritto allo studio negato.
Ciò che sconvolge nel ritratto di questo Egitto moderno, tecnologico – in cui tutti navigano in Internet e hanno modo di confrontarsi con le realtà del pianeta – è l’impossibilità per le donne di autodeterminarsi, di poter scegliere cosa fare della propria vita, in quale lavoro cimentarsi, chi amare.
Donne di oggi – giovanissime o adulte, benestanti o in difficoltà economiche, istruite o meno – che non possono scegliere liberamente, e che ogni giorno accettano di essere l’ingranaggio più angariato di una società retrograda e repressiva.
Ed ecco il motivo per cui questa emozionante raccolta di racconti ha per titolo “La mia patria sono io”: quasi che la verità possa diventare un luogo, uno spazio abitabile, uno stato d’animo e, finalmente, un diritto.
Una speranza di emancipazione femminile che Yasmin e le sue nove donne egiziane affidano nelle mani di noi lettori italiani.
