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“Orrido famigliare” è un’opera scritta e disegnata da Giorgio Franzaroli. Si tratta di un romanzo a fumetti o, come si usa dire adesso, di una graphic novel divisa in due volumi.
Siamo orgogliosi, noi di Pop Edizioni, di aver pubblicato un autore tanto prestigioso, già vignettista e disegnatore per testate come Frigidaire, Comix, Linus, Cuore, Il Fatto Quotidiano.
Ciò che in particolare ci rende fieri è che abbia voluto pubblicare con noi proprio questi libri, così intimi e allo stesso tempo dall’innegabile impatto storico e politico.
In “Orrido famigliare” Franzaroli ci presenta la storia d’Italia dal primo al secondo Dopoguerra. Non si tratta però di un’operazione didascalica come potevano essere i volumi a fumetti scritti da Enzo Biagi o da Montanelli.
Per narrare questo tragico frangente l’autore sceglie un punto di vista quasi domestico. Così la guerra, il regime fascista, l’antifascismo, la Resistenza, l’occupazione nazi-fascista sono raccontati attraverso lo sguardo dei suoi famigliari, che queste vicende hanno vissuto direttamente.
La vita avventurosa di Riccardo Franzaroli, nonno di Giorgio, tra persecuzioni fasciste, rocambolesche fughe all’estero, lavoro coatto nelle miniere istriane, riempie le pagine di questo dittico con grande, quasi implacabile, lealtà. Nessuna avversità, infatti, riesce a smorzare la sua umanità e i principi etici che lo animano.
Come quando, rientrati a Montese, un paesino sull’Appennino Modenese, dopo l’esilio forzato in Croazia, lui e la moglie Lucia devono affrontare l’invasione tedesca, raccontata rifuggendo gli schematismi di una contrapposizione tra militari e civili, cercando invece di calare il lettore nella concreta quotidianità di quella conflittuale convivenza.
Esemplare da questo punto di vista è lo scontro tra un capitano tedesco e la fumantina Lucia, che Riccardo riuscirà a salvare per il rotto della cuffia facendola passare per un soggetto mentalmente disturbato.
Perché la grandezza di Giorgio Franzaroli, e dei suoi incantevoli nonni, è anche quella di riuscire a strapparci un sorriso persino nei momenti più bui della storia che l’Italia ha vissuto.

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