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Il protagonista di “Primavera di bellezza”, secondo volume della graphic novel “Orrido famigliare”, scritta e disegnata da Giorgio Franzaroli, è suo nonno Riccardo, di cui l’autore ripercorre la vita tra un Dopoguerra e l’altro: antifascista costretto alla fuga dall’avvento di Mussolini, legionario per necessità, minatore, mandato a spaccarsi la schiena dentro le cave di carbone nell’Istria occupata, ma soprattutto padre di famiglia, obbligato a barcamenarsi avventurosamente tra un evento storico e l’altro.
Riccardo “è un eroe della sopravvivenza nel tumulto insensato dei totalitarismi omicidi e delle guerre”, come si può leggere nella bella introduzione al libro, scritta dal grande Vincenzo Sparagna (già storica firma per il Male, Cannibale, Frigidaire), che aggiunge, a proposito dell’intero impianto dell’opera:
“Un simile romanzo biografico così incisivo, nudo e asciutto non vive esclusivamente di fatti, parole e personaggi. Il suo tessuto formale è un ricamo grafico che moltiplica la giocosità del tratto morbido e spiritoso dell’autore. Il disegno è essenziale, rapido e semplice, con finezze di gusto che passano quasi inosservate: la carovana di cammelli neri nel deserto; i lampi bianchi di incoscienza e delirio che occupano la mente di Riccardo accoltellato; il ghigno ottuso delle camicie nere ubriache di violenza; la barca che trasporta i fuggitivi, dove il fasciame di babordo sembra l’eco della vela gonfia di vento; le ridicole e animalesche Sturmtruppen a caccia di uomini; oppure il nasone di Lino il Postino, lo scarpone di Noemo, il castagnaccio della Irene, frammenti di una commossa Spoon River emiliana ornata di lapidi fiorite”.
Lasciamo al lettore il piacere di scoprire le mille chicche contenute in questo romanzo a fumetti (quelle indicate da Sparagna e molte altre ancora) per assistere a una ricostruzione storica di anni cruciali per l’Italia, che non si limita a mostrare i grandi eventi ufficiali, ma scende nelle strade, tra la gente, nella vita di tutti i giorni, evidenziando nella maniera più realistica come le scelte fatte “dall’alto” si ripercuotano, spesso dolorosamente, sul comune cittadino.

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