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La clausura da Covid ha fomentato l’istinto di sopraffazione che ancora troppi maschi nutrono verso le “loro” donne, figlie, compagne – che percepiscono come “sconosciute” quando tentano di ribellarsi, seppure siano vicine da una vita.
Picchiare, umiliare, uccidere le donne è ancora un istinto, non attenuato per il fatto di essere materia quotidiana della cronaca.
La spirale di violenza non agisce solo in orizzontale, intorno, ma pesa anche verticalmente di padre in figlio, di madre in figlia. Ce ne libereremo mai? Se ne potranno liberare questi uomini posseduti? Riusciranno i loro figli a salvarsi, mentre imparano ad amare una madre/donna che si può umiliare con una punizione esemplare per un peccato originale di libertà, per un “no” detto al momento sbagliato?
La serie interminabile delle vittime svuota le parole e la realtà finisce per somigliare a una versione più grossolana dell’ultimo best seller: a questa strage di femmine, ammettiamolo, cominciamo ad abituarci.
La cronaca, evidentemente, non basta. Serve il lavoro di un’arte e di una letteratura oneste, che conducano questi uomini nei pressi del proprio specchio oscuro, dove quel caos andrebbe sublimato, trasformato, fatto a pezzi e rimontato dentro un essere umano.
Non è roba per tutti. Ma lo è per Roberta Margiotta, che a 20 anni ha pubblicato “Ero feroce in sogno”, la sua prima raccolta di poesie, scritte sin dalla fanciullezza.
C’è tutto nelle sue poesie: il desiderio, l’eros, la voglia di conoscere, di andare oltre i propri limiti; la fame di esperienza, il pericolo, la violenza come una parte di sé che va invitata al banchetto della vita per prevenire la sua vendetta, terribile come la fata della favola.
“Lacerante percezione
del nostro essere
a metà uomini donne
a metà mostri.”
Nella loro luminosa oscurità, le poesie suonano oneste e vibranti, coraggiose nel sostare sull’orlo del proprio abisso, con un coraggio che forse solo una anima giovane e femmina può offrire a chiunque per guarire dal dolore e dalla rabbia.
“Ho cercato di raggiungere il mare
ma le mie gambe sono state risucchiate
dalla forza
così è stato risucchiato il sogno
e la parvenza di innocenza che restava.”

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