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Perché gli scrittori solitamente non sono editori?

Per un motivo semplicissimo, che però a noi non è venuto in mente, se non quando era troppo tardi.

Questo:

gli scrittori, per definizione, scrivono. Nella solitudine della propria stanzetta. Nel silenzio di sacrosanti pensieri.

Gli editori, invece, fanno lo slalom tra preventivi, grafici, stampatori, imballatori, magazzinieri, spedizionieri, organizzazione della promozione sul territorio, organizzazione della promozione online, capitalizzazione della società, ricapitalizzazione della società, business plan, percentuali, budget previsionali, entrate e uscite.

Ma soprattutto passano ore a parlare al telefono di un quintale di dettagli.

Con un milione di persone.

Inviano e ricevono un miliardo di mail. E hai voglia a fare cartelle e sotto-cartelle: e quando ti raccapezzi?

E nel frattempo la confusione aumenta.

La paura si dilata, i cuori si affaticano, i neuroni si eclissano.

Perché siamo scrittori, porcaccia la miseriaccia, non editori.

Sì. Lo so.

Ci vuole tempo.

Ci vuole molto tempo per imparare.

E per fortuna che esiste la notte, come uno spartiacque, perché è troppo difficile, così non ce la possiamo fare, te lo dico, ci dobbiamo rassegnare.

Ma per incanto è di nuovo mattina: sì, fidati, ce la facciamo, guarda che bel sole. Dai, forza, ricominciamo.