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“Non c’è nulla di nuovo sotto il sole” avverte la Bibbia. Tanto meno in letteratura, aggiungiamo noi.
Dopo tremila anni di produzione letteraria è quasi impensabile scrivere qualcosa di totalmente originale. I rimandi, consci o involontari, agli autori che ci hanno preceduto sono ineluttabili.
Bisogna poi distinguere tra un plagio spudorato e truffaldino (come la moglie del famoso sociologo che inserì interi brani di “Via col vento” in un proprio romanzo degli anni ’80, convinta che non sarebbe mai stata presa in castagna) e quei plagi meccanici derivanti da letture particolarmente suggestive che allo scrittore capita di riecheggiare quasi senza rendersi conto che non si tratta di farina del proprio sacco.
In un’epoca di citazionismo selvaggio come quella corrente, diventa difficile discernere in maniera inoppugnabile tra scopiazzatura, omaggio e semplice menzione.
Il post-moderno e la successiva cultura nerd hanno infatti creato un particolare gusto per i riferimenti più o meno criptici alla cultura prevalentemente pop, ma non solo.
Si instaura così un gioco tra l’autore che nasconde le citazioni lungo il testo come tante sorpresine e il fruitore che quelle sorpresine deve rintracciare. Si capisce perciò come la differenza tra brani rubacchiati e brani inediti si faccia sempre più labile.
Quindi all’autore citato consigliamo – sempre che sia ancora in vita – di prenderla come un segno di stima da parte di un fan piuttosto che come una sorta di illegittimo saccheggio.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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