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Fare lo scrittore è un lavoro come un altro.
Come spesso accade per i mestieri creativi, per intraprenderne uno serve l’attitudine adatta. Così funziona anche per la scrittura. Se sei nato con l’attitudine alla scrittura ci puoi provare, altrimenti è meglio che lasci perdere e ti dedichi a qualcos’altro.
Ma quali sono le caratteristiche principali che necessitano a uno scrittore?
Proviamo a individuarne qualcuna.
Questa volta elencheremo quelle che potremmo definire le attitudini “gestionali”:
1) perseveranza: la prima regola è mai perdersi d’animo, continuare a scrivere ogni giorno sinché non si è abbastanza abili da riuscire a imbastire un testo; da allora in poi continuare a scrivere per ore e ore sinché non si raggiunge la pagina perfetta. La perseveranza è una qualità necessaria anche per continuare a proporre il proprio libro, sino a quando non si trovi l’editore giusto.
2) disciplina: non saltare un giorno di lavoro, scrivere sempre, almeno quattro ore, meglio se al mattino, quando la mente è più riposata. Cercare di portare una storia dall’inizio alla fine, senza cominciare troppi racconti tutti insieme, col rischio di non finirne neanche uno.
3) spalle larghe: mettere già in conto i rifiuti a cui il testo andrà incontro senza mai scoraggiarsi, se si è fermamente convinti del valore di ciò che si è scritto. Non farsi abbattere dalle critiche, ma cercare di coglierne i lati propositivi da usare come altrettanti consigli per migliorare il proprio stile.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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