161

“Less is more” è il primo comandamento nel mondo della grafica pubblicitaria. Meno ci metti e meglio è. Il tratto deve essere pulito, gli elementi quanto più essenziali possibile. Il messaggio deve colpire lo spettatore per la sua semplicità.
Questo concetto può valere anche per la scrittura.
Un’aggettivazione esagerata, la sovrabbondanza di spiegazioni, l’uso smodato di sinonimi per ribadire gli stessi concetti sono ciò che maggiormente distingue uno scritto amatoriale da un testo professionale.
Uno scrittore avveduto sa che il troppo stroppia e che non solo è bene attenersi unicamente agli aspetti utili al racconto, senza aggiungere nulla che possa apparire pleonastico, ma che sarebbe ancor meglio metterci qualcosina in meno di quel che serve per far compiere al lettore lo sforzo di riempire quei vuoti, così da coinvolgerlo di più nella storia, a cui sentirà di partecipare in maniera autonoma e creativa.
Non servite la pappa già pronta. Lasciate che il lettore collabori, fornendogli gli indizi che lo aiutino a capire da solo la vicenda.
Un esempio tra tanti: per descrivere il malumore di un personaggio, non c’è bisogno di una lunga disamina psicologica. Fate che all’improvviso scagli con rabbia un qualsiasi oggetto contro la parete di fronte. Senza tante parole, il lettore coglierà immediatamente il suo stato d’animo.
A un’esposizione troppo approfondita preferite sempre dei laconici suggerimenti. Fate lavorare la mente dei vostri lettori, ve ne saranno grati.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed