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Scrittura vuol dire tante cose, anche se siamo mentalmente legati all’atto di far scivolare una penna o picchiettare su una tastiera per riempire fogli di carta o pagine Word di parole che andranno a comporre un racconto o un romanzo da pubblicare.
Scrivere oggi vuole dire anche, e a volte soprattutto, scrivere per il web.
Che stiate scrivendo per voi stessi, magari per promuovere qualcuna delle vostre pubblicazioni o per “fidelizzare” i lettori ammiccando con storie apparentemente estranee alla vostra produzione letteraria oppure per conto terzi (un editore, un’azienda per cui curate i testi social), dovete sempre tenere a mente le prerogative della scrittura online.
La cosa più evidente è che non potete dilungarvi più di tanto, prima di tutto perché è lo stesso mezzo a imporvelo: i post per Instagram, per esempio, non possono superare le 2200 battute, circa una pagina editoriale e mezza. Quelli per altri social network, come Twitter, anche meno.
Perciò dovete riuscire a trasmettere un concetto nel minor spazio possibile, anche perché l’attenzione media dell’utente è piuttosto volatile.
Vi servono frasi incisive e un amore per la sintesi che sfiori il laconico.
Il che, purtroppo, andrà a discapito della precisione e dell’esaustività. Comunque, potete sempre rimandare i vostri follower a ulteriori approfondimenti da trovare sul blog o sul sito di riferimento, linkati a fine post.
Tutto ciò allenerà la capacità di concisione anche per gli altri vostri scritti.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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