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La contemporaneità offre alla scrittura sfide del tutto nuove, soprattutto grazie alle più moderne tecnologie e alle influenze che esse hanno sui comportamenti dei lettori.
La scrittura oggi non si limita più a identificarsi con un libro, va oltre la semplice realtà dell’editoria tradizionale.
Spesso il libro in sé non rappresenta che il pretesto o il punto di partenza da cui inizia l’avventura della storia che vi è contenuta, che si dilaterà al di là delle pagine scritte, in post da social network, animazioni grafiche, fumetti tratti da…, film tratti da…, serie televisive tratte da…
E non è detto che le derivazioni multimediali di quella pubblicazione debbano essere per forza fedeli al suo spirito originale.
Prendiamo “Gomorra”. Il bestseller di Roberto Saviano si presentava come un’inchiesta rigorosa e severa sul fenomeno camorristico.
Già nel film ispirato al libro lo spostamento verso una maggiore spettacolarità è evidente. Non parliamo poi della fiction, così potente nella resa drammatica dei personaggi reali citati da Saviano da aver convinto addirittura il mercato statunitense, alla stregua di una riedizione del “Padrino”.
Lo scrittore di oggi deve essere cosciente che se la storia che sta scrivendo piace abbastanza da far decidere a qualche produttore di comprarne i diritti, è facile che in mani altrui essa possa anche tradire le intenzioni iniziali, a seconda della sensibilità di chi la maneggerà per forme espressive differenti.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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