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Che cos’è un classico della letteratura? È un libro talmente potente e capitale da aver segnato il modo di scrivere e di pensare di tutti coloro che lo hanno seguito.
Non è detto che ci si debba sempre trovare d’accordo con i contenuti di un cosiddetto classico, la cosa certa è che ci si deve comunque fare i conti prima o poi, anche solo per cercare di smontarlo.
Quali sono i grandi classici dell’Occidente?
Si parte dai primi ovviamente: l’Iliade e l’Odissea di Omero. In special modo con la figura di Ulisse ancora oggi ci misuriamo, come già fece Dante Alighieri nel noto passo della Divina Commedia.
Poi ci sono i testi sacri, l’Antico e il Nuovo Testamento, che, indipendentemente dal fatto di essere credenti o meno, hanno segnato in maniera indelebile il modo di esprimersi di gran parte degli scrittori del passato.
Ancor più del Biblista originario, quella che ha marcato un certo modo di scrivere visionario e ispirato è stata la traduzione greca dei Settanta e, poco dopo, la versione latina, o Vulgata, di San Gerolamo (basti anche solo ricordare l’influenza biblica sugli stili involuti di Shakespeare o Melville).
Tra i classici moderni c’è l’opera dantesca già citata, soprattutto l’Inferno, e i racconti di Boccaccio e di Chaucer, fino a Gargantua e Pantagruel di Rabelais.
Per l’età contemporanea voi chi scegliereste? Dostoevskij, Joyce, Proust o siete orientati su titoli più popolari come quelli di Stephen King o di Gabriel Garcia Márquez?
Saremo lieti di leggere i vostri commenti.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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