192

È appena trascorso il giorno di Halloween e domani cade la commemorazione dei defunti, ci sembra quindi d’obbligo che per l’occasione la nostra rubrica si occupi di libri horror.
Quali sono i più paurosi, secondo voi?
A molti sarà venuto subito in mente un incontrastato maestro contemporaneo del genere come Stephen King. Qual è l’opera, nella sua vastissima produzione, che vi ha impressionato maggiormente? It? Cujo? Carrie?
Un altro autore americano di spicco è Clive Barker. Qualcuno ha letto Infernalia, Libri di sangue o Hellraiser? Che ne pensate?
Non trascuriamo i classici del gotico come Frankenstein di Mary Shelley, Racconti del terrore di Edgar Allan Poe o Dracula di Bram Stoker, ovviamente.
C’è chi invece può provare una vertigine d’orrore anche di fronte a opere non strettamente appartenenti al genere, come quando ci si immagina di trasformarsi dalla sera alla mattina in una grossa blatta: quel che accade a Gregor Samsa, protagonista di un noto capolavoro di Kafka.
O venendo trasportati nella tenuta di Bly, descritta da Henry James nel racconto Il giro di vite, dove un’istitutrice comincia a sospettare che i due bambini che sta assistendo siano in contatto con la collega precedente e il maggiordomo suo amante, ormai defunti.
Se poi volete calarvi in un’atmosfera davvero sulfurea vi consigliamo Il popolo dell’autunno di Ray Bradbury, particolarmente indicato per la stagione corrente, dove due ragazzini si trovano intrappolati dentro un luna park davvero sinistro.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed