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A volte mi domandano se nella scelta di un testo da pubblicare conti più la bellezza o l’autenticità: è preferibile che un romanzo sia bello o che racconti una storia vera?
Ed è quel tipo di domanda che di solito suggerisce anche la risposta, perché chi lo chiede vorrebbe sentirsi dire: una storia autentica è senz’altro più bella di una inventata.
Sfatiamo un mito piuttosto diffuso tra gli aspiranti “scrittori-non lettori” che vorrebbero essere pubblicati: l’autenticità non è affatto sinonimo di qualità né di bellezza.
Spesso tutto ciò che è autentico è anche mal scritto o farraginoso perché è più facile inventare che raccontare una verità.
Se poi questa verità riguarda la vita di uno “scrittore-non lettore” il rischio di risultare terribilmente noiosi nel racconto aumenta di parecchio. E non perché la vita sia noiosa, ma il compiacimento nel mostrare qualunque irrilevante dettaglio di sé la rende tale.
“Le storie capitano solo a chi le sa raccontare”, scriveva saggiamente Paul Auster, e non saper discernere su che cosa omettere o includere in un romanzo è un limite che può essere superato in un modo soltanto: leggere sino a sfinirsi.
Leggete, invece di istupidirvi davanti a un televisore sognando di partecipare a un reality dopo aver scritto un libro di successo.
Imparate la scrittura da chi ha talento, mestiere ed esperienza, e accantonate ogni proposito di pura vanità: si scrive per condividere, non per dimostrare.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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