209

Come farsi (o non farsi) leggere da un editore: terza parte.
Prima di affannarsi a trovare un editore bisogna porsi una domanda: che cosa distingue uno “scrittore non lettore” da uno scrittore (a parte il fatto di trascorrere il tempo a scrivere romanzi anziché leggerli)?
1. La qualità della scrittura: di rado mediocre, quasi sempre è mediocre e pretenziosa.
2. La scelta della trama: lo “scrittore non lettore” non può fare a meno di raccontare la propria vita, riuscendo a trasformare la scrittura – formidabile lente d’ingrandimento sulle discrepanze quotidiane – in un flebile lumignolo puntato su dettagli irrilevanti.
3. L’ambientazione della storia: pur vivendo in una tranquilla cittadina italiana, lo “scrittore non lettore” popola goffamente il suo romanzo di esotici Karen, Steve and Jenny, identici – per abitudini e orizzonti – a Mario e Caterina di Albugnano, in provincia di Asti.
4. Il lieto fine: per lo “scrittore non lettore” il romanzo è il percorso di redenzione per eccellenza, in cui i cattivi alla fine diventano buoni e i buoni restano buoni, seppure infelici.
5. La scelta del titolo: dopo averci a lungo riflettuto lo “scrittore non lettore” opta sempre per un titolo d’impatto: Amore e pallore, Te l’ho detto ieri, Sono qui oggi…
Se appartenete alla categoria degli “scrittori non lettori”, vi conviene iniziare a leggere: non scrivete neanche una parola fin quando non sarete diventati presbiti.
Sì: la parola lumignolo non esiste, ma sarebbe bello se esistesse.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed