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Eccolo, il momento più bello della giornata: terminati gli impegni, lo smartphone e il pc silenziosi dopo la valanga di notifiche quotidiane, il piacevole silenzio che anticipa il meritato relax. E lì, ad attenderci, il libro che stiamo leggendo. Una storia di cui era impossibile non innamorarsi dalle prime pagine, la dolce evasione dalla quotidianità, finché non lo troviamo.
Tra le righe, pronto a spezzare il ritmo della narrazione come due braccia robuste con un delicato ramoscello, appare “presso”. Il piacere della lettura si blocca, lasciando spazio al dubbio: perché l’autore che ci sta regalando una storia così sensazionale ha assunto un linguaggio da atto catastale?
Se si è solo lettori, il consiglio è di alzare gli occhi al cielo e portare pazienza.
Ma se si è scrittori, o aspiranti tali, si ha un’opportunità straordinaria: se una parola vi appare noiosa se non addirittura stridente per il ritmo e lo stile narrativo che avete adottato, boicottatela. Andate alla scoperta dei suoi sinonimi, fate luce su quelle parole meno in voga o su quelle locuzioni poco utilizzate ma spesso anche più piacevoli. Il meccanismo è semplice, ma il risultato è potenzialmente incredibile.
Perciò, via la polvere dal vecchio dizionario dei sinonimi e dei contrari che avevate al liceo per dare spazio alla ricerca e alla scoperta, provando a discostarvi dalla massa e a non attraccare nei porti sicuri delle parole più usate e, spesso, più piatte. Chi vi leggerà, ve ne sarà grato.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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