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Nel romanzo “Il pendolo di Foucault” Umberto Eco immaginava una casa editrice a doppia entrata, doppio nome e doppia contabilità: da una parte è un editore a pagamento che pubblica indigesti parti letterari provenienti da boriosi autodidatti che non vedono l’ora di poter distribuire le copie del loro libro a parenti e conoscenti, dall’altra è una casa editrice seria, nota per le pubblicazioni di pregio, che può permettersi reimpiegando i profitti provenienti dalla prima.
Ora le cose sono molto diverse, gli editori a contributo non sentono neanche il bisogno di secondi e più nobili fini per richiedere soldi agli esordienti, senza poi assicurare al libro dato alle stampe alcun tipo di futuro.
Ma non è questo il discorso che qui ci preme: quel che più ci interessa è invece come nel romanzo di Eco i soldi guadagnati facilmente venissero poi riutilizzati per produrre buona letteratura.
Gli scaffali delle librerie sono pieni di libri scritti da tennisti, calciatori, influencer, cuochi o chi per loro. Non staremo ora a stigmatizzarli, come fanno in molti, sostenendo che neppure possano godere di un titolo letterario. Tutto ciò che è scritto è letteratura, anche quella.
Certo, spesso non è di grande qualità, ma, forse anche per questo, risulta non di rado più attraente per i lettori meno preparati. Ecco il nostro appello: che perlomeno i guadagni di quest’editoria di facile consumo tornino utili per investire su una ricerca letteraria meno immediata ma assai più indispensabile. 

(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)

NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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