Una delle esperienze che grosso modo toccano a tutti gli scrittori è la presentazione libraria.
Una volta scritto e stampato, entro breve, il libro ha necessità di essere conosciuto da quanti più potenziali lettori possibili. Una delle forme tradizionali è appunto quella di prevedere un tour in diverse zone per parlarne faccia a faccia con chi abbia la gentilezza di recarsi presso la libreria, o qualsiasi altro luogo deputato all’incontro.
È interessante per un autore incontrare il pubblico fisicamente, senza filtri, sia che alcuni dei presenti abbiano già avuto modo di leggere il libro presentato e siano lì per complimentarsi con lui, sia che risultino ancora tutti da convincere all’acquisto.
È una pratica che riporta a vecchi tempi, quando i social non c’erano e se si voleva saggiare la reale personalità di un certo scrittore, al di là delle sue opere, l’unica maniera era attendere che passasse a discorrere della sua ultima fatica nel posto più vicino e accessibile.
Una libera chiacchierata tra l’autore e i lettori umanizza il primo e gli permette di indagare “sul campo” gli umori e le preferenze della sua platea.
Certamente, non ci si può attendere che presentazioni e reading compiano il miracolo: non è attraverso questo genere di exploit che si effettua il grosso delle vendite, o perlomeno così non dovrebbe essere, tenendo conto degli spostamenti e del numero di presenze possibili che limitano l’autore stesso. L’assunto rimane: lo scrittore scrive, l’editore vende.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
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