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“La turista italiana”, libro d’esordio di Maria Tina Bruno pubblicato da Pop Edizioni, è un romanzo fiume, divertente e travolgente, che contempla una varietà di argomenti anche molto diversi tra loro: un amore finito bruscamente, il buio dell’abbandono, il Ghosting, la voglia di ricominciare, l’amicizia, la paura di innamorarsi, l’asfissiante trantran quotidiano a cui si contrappone una fuga seppur temporanea verso gli scintillanti lidi di Creta, la rivalità tra donne, come pure il Revenge Porn o il default economico vissuto dalla Grecia e i suoi effetti sulla popolazione.
In questa variopinta girandola di eventi e personaggi non può mancare una forte componente sessuale e sensuale.
La penna di Bruno si distingue, grazie a un tocco squisitamente femminile, perché qui il sesso non è mai gratuito, né rappresenta un semplice coinvolgimento passionale da romanzo rosa.
Per Claudia, la protagonista di questa storia avvincente e imprevedibile, il sesso può costituire una rinascita, una riapertura verso il mondo, una nuova gioia di vivere, sperimentata con tutte le titubanze del caso.
Alekos, l’affascinante guida turistica con cui Claudia suo malgrado si scontrerà, rappresenta il sesso, al pari di un capriccioso dio della mitologia greca. Attraverso il loro rapporto Claudia rientrerà un passo alla volta dentro le emozioni, capendo di essere stata fino a quel momento una semplice comparsa, una turista della propria vita.
Giusto ieri si festeggiava la Giornata mondiale del sesso. Invitiamo lettrici e lettori a conoscere la storia di Claudia, a condividere il suo approccio alla vita, la lenta rinascita che passa anche dalla sessualità più inaspettata.
Il tutto condito dallo stile divertente e ironico, ma mai superficiale, dell’autrice.
“Quindi non posso fidarmi di te? In nessun caso, giusto?”
Alekos ci pensa parecchio prima di rispondere. “No. Non puoi fidarti di me. E non puoi fidarti di quello che faccio. Io mi innamoro tutte le volte, Claudia. Ma solo per cinque minuti. Poi arriva sempre un’altra donna.”
“Uau,” dice lei avvilita. “E a quanti minuti siamo, adesso?”

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