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“Nulla di rivoluzionario”, a dispetto del titolo, è un libro rivoluzionario. A partire dalla sua forma editoriale.
È un romanzo illustrato in cui testo e disegni giocano alla pari, entrambi evocativi e capaci di stupire il lettore con soluzioni sperimentali, al limite dell’azzardo.
Autore del romanzo è il giovanissimo Sandro di Lorenzo, che si afferma fin da questa sua prima opera con una scrittura potente e uno sguardo fin troppo lungimirante e sagace.
Lo spalleggia Bicio Fabbri, un artista di lungo corso, al suo dodicesimo libro: disegnatore, illustratore, vignettista per grandi testate come Frigidaire, Cuore e Il Nuovo Male.
Di Lorenzo adotta uno stile pirotecnico, in cui le esperienze personali, i ricordi, le riflessioni di una serie di personaggi – tra giovani incerti sul futuro e uomini di mezz’età incerti sul presente – si affastellano attraverso un linguaggio non convenzionale:
“Il quinto fu anche il sesto il settimo e l’ottavo, quello che nell’intimo di molte persone suole ricevere il nome di amore della mia vita. Dell’amore della sua vita non è rimasto un granché, i ricordi più vivi sono quelli del nono. Sono ancora dei piccoli rifugi questi ricordi, ciascuno con un suo personalissimo fuocherello, fuochi colorati, spavaldi, vivaci, non solo fuocherelli. Il decimo è il decimo. L’undicesimo una ragazza!”
L’arte di Fabbri tiene sempre il passo con la ricca affabulazione di Di Lorenzo, illustrandola con un tratto a metà strada tra il fumetto e la resa pittorica. Addirittura la cavalca, amplificando le potenzialità del testo con un commento autonomo, composto da immagini di rara bellezza.
Un mosaico prezioso, che siamo certi lascerà un segno nella letteratura nazionale contemporanea.
Naturalmente, per un fuoriclasse della scrittura servono lettori di razza…

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