Linda è la protagonista di uno dei racconti che compongono la raccolta di P.G. Daniel “I confini del male”, pubblicata da Pop Edizioni.
Linda è una ragazzina, una fuori dai giri che contano, una a cui piacerebbe conoscere ragazzi più grandi, più importanti di lei.
Un giorno uno di loro, che ha conosciuto online, la invita a una festa privata in discoteca. Linda è felice. Finalmente è il suo momento. Entrerà nella compagnia di quelli più “swag”, come si usa dire adesso: i ragazzi più in gamba.
La festa nel privé però non va come lei si augurava. Non è una semplice festicciola tra amici. Scorre alcol, si assumono droghe. Linda finisce tramortita su un divanetto. È di lei che abusano, senza che abbia neppure la forza di ribellarsi.
Durante la violenza, alcuni ragazzi riprendono tutto con un telefonino. Il video gira sul web. Quella che doveva essere la promessa di un radioso futuro si trasforma in una vita rovinata.
Questa è una delle tante storie raccontate da P.G. Daniel. Storie di soprusi, di violenze perpetrate contro soggetti più deboli, senza pietà, senza scrupolo, ma soprattutto senza un vero e proprio motivo.
Storie che si ripetono, come il recente caso della ragazzina che dice di aver bevuto un cocktail offertole dal figlio di La Russa in una discoteca di Milano.
Nella testimonianza della giovane, dopo quel cocktail tutto è cambiato e lei non capiva più niente (che sono i tipici effetti della cosiddetta “droga dello stupro”). Si è risvegliata a casa del ragazzo, nel suo letto, e ha capito di aver subito un rapporto sessuale.
Ha sporto immediatamente denuncia. La seconda carica dello Stato nega, difende il figlio. Vedremo come si concluderà il processo.
Ciò che sappiamo per certo è che i racconti esemplari che P.G. Daniel raccoglie nel suo libro prima o poi tendono a ripresentarsi, a qualsiasi livello sociale, anche a quelli più elevati…
