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Tranne i pochi rimasti a essere nati giusto in tempo per potersi ricordare davvero che cosa fosse il Ventennio fascista, forse la maggior parte delle persone non ha idea di che cosa significhi vivere sotto una dittatura.
Vuol dire prima di tutto privazione delle libertà personali e politiche.
Vuol dire non poter manifestare liberamente il proprio pensiero e vedere ostacolate le proprie azioni, se vanno contro il “pensiero dominante”, ossia quello dettato dal governo in carica.
Del resto è proprio qua in Italia che è stata concepita la dittatura nella sua forma contemporanea, che tante altre ha poi ispirato, negli anni e nei decenni a venire.
È qui che tutto è iniziato, tra la fine della Prima Guerra Mondiale e la conclusione della Seconda.
Un modo di capire pienamente che cosa volesse dire vivere sotto il Fascismo è leggere la doppia graphic novel di Giorgio Franzaroli “Orrido famigliare”.
I testi e i disegni dell’autore riportano il lettore a quegli anni, senza guardarli dall’alto, come avviene leggendo un libro di storia, bensì calandosi tra la gente, in mezzo alle strade, tra i palazzi bombardati, tra i rastrellamenti dei dissidenti.
Franzaroli sceglie infatti quale prospettiva principale i racconti tramandati dai suoi famigliari, la storia vista attraverso le vicissitudini quotidiane di chi l’ha subita sulla propria pelle, tra espatri forzati, persecuzioni, lavori coatti nelle miniere istriane, guerra civile, occupazione nazista.
Il tutto raccontato in maniera mai didascalica né accademica, ma mantenendo sempre in primo piano la vita e le storie della gente comune. Per non dimenticare chi siamo e da dove arriviamo.

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