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“La turista italiana” è il romanzo d’esordio di Maria Tina Bruno, che ha già conquistato moltissimi lettori.
È un’opera complessa e, allo stesso tempo, amabile, ricca di contenuti, anche molto diversi tra loro, tenuti insieme dalla leggerezza espositiva e dalla spigliata vena ironica dell’autrice: la fine brutale di una relazione sentimentale, il tentativo di recuperare la propria vita, le risorse interiori di una donna che riesce a ripartire incollando pian piano i pezzi in cui si sono frantumate le sue certezze, il ritorno della passione quando il corpo pare essersi assopito, l’alleanza tra donne che si scontra con la competizione femminile.
Oltre a tutto questo, “La turista italiana” è anche un libro di viaggio. È in gran parte la storia di Claudia che, dopo la scomparsa del suo compagno, decide di prendersi una pausa dalla frenetica routine milanese per trascorrere una breve vacanza sull’isola di Creta, insieme a un’amica.
Vacanza che invece si trasformerà nella possibilità di un nuovo inizio.
L’autrice riesce a trasportarci di parola in parola nelle pieghe – psicologiche e sentimentali – dei tanti personaggi di questo imprevedibile romanzo, sulle spiagge e tra le spelonche che si affacciano sul mare Egeo, inondate dal sole, come pure tra le difficoltà quotidiane della gente, alle prese con il default greco, facendoci vivere ogni momento fin nei minimi dettagli.
“Davanti a loro, a pochi metri, si staglia una magnifica parete rocciosa bianca, inaccessibile, venata di striature verticali viola, rosa, e rosso scuro che paiono strade. Strade lunghissime che potrebbero portare ovunque, fino a raggiungere un posto lontano dove finalmente chiudere gli occhi al sole e dimenticare. E Claudia non è triste, perché la sensazione dolorosa e improvvisa di un attimo fa, dopo averla attraversata come una scossa, si è già trasformata in posa, non essendo più né reale né vera. Quella malinconia innocente e onesta è svanita. Al suo posto, un atteggiamento contrito e compiaciuto si dispone sul viso di Claudia in modo quasi frivolo.”
Non solo un romanzo, ma un’appassionante escursione a Creta, in cui abbandonarsi con fiducia e godere appieno una storia indimenticabile.

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