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Quello che avete appena letto è un brano tratto da “Il sangue non fa rumore”, splendido romanzo d’esordio di Lilia Scandurra.
Nia, una bimba da poco rimasta orfana di entrambi i genitori a causa di un incidente stradale, mette a raffronto i ricordi che ha di suo padre e le sensazioni olfattive e visive che le suscita uno zio mai visto prima, a cui è stata affidata.
Il confronto è impietoso: il ricordo del padre e di come fisicamente le comunicasse affetto e calore si scontra con la ripugnanza per l’uomo che le farà da tutore sino alla maggiore età, che le crea disagio e fastidio fin dal primo sguardo.
I mesi e gli anni di convivenza che seguiranno non faranno che confermare quella prima negativa impressione.
Lo zio è uno psicolabile paranoide, sociopatico, misantropo che cerca di inculcare nella giovane nipote la sua stessa visione della vita, trincerandosi dentro una casa spettrale posta ai margini del paese per difendersi da tutto ciò che è esterno e obbligandola a deliranti atti di autolesionismo per purificare il corpo da una fantomatica “bile nera”, secondo l’antica teoria ippocratica dei quattro umori (sangue, flegma, bile e atrabile).
Nia, una volta adulta, riuscirà a sottrarsi al dominio dello zio cominciando una nuova vita in un’altra città, finché non sarà costretta a tornare nella sua vecchia casa per un evento inatteso e gravissimo.
Ed è proprio nei luoghi della sua infanzia, in quel paese che ha sempre mostrato indifferenza, che il passato tornerà a ripresentarsi, ma a ruoli invertiti, perché adesso è lo zio a dipendere da Nia.
Lei saprà rivalersi su di lui, sopraffatta ancora una volta dalle durissime regole della casa che le sono state inculcate, o riuscirà ad affrancarsi dai suoi traumi, superandoli?
Sarà la scrittura di Lilia Scandurra, emozionante e allo stesso tempo precisa, senza sbavature, come un taglio di bisturi, a svelarvi le sorti dei due, indissolubilmente legate tra loro:
“È così riconoscibile l’odore del sangue.
Quello dell’odio invece è diverso, varia a seconda dell’ambiente con cui viene a contatto. L’odio che provo ha l’odore di questa casa”.

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