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C’è un’antica legge coranica che permette al marito di ripudiare la propria consorte quando vuole, senza bisogno di fornire spiegazioni. Gli basta ripetere per tre volte consecutive la frase “Io ti divorzio” ed è fatta.
In gran parte dei paesi di tradizione islamica tale legge non rimane ancorata alle sacre scritture ma si trasmette direttamente ai codici legali, diventando legge di stato.
In altre parole, in molti paesi arabi una moglie può essere rifiutata dal legittimo marito dalla sera alla mattina, costretta a fare le valigie, lasciare la casa in cui abita e tornare dai parenti che, vergognandosi di lei, molto probabilmente la tratteranno come una reietta, segregandola in casa e negandole una vita normale.
Perlomeno è questo che accade nell’Egitto di oggi, appena dall’altra sponda del Mediterraneo. È ciò che ci testimoniano molte delle storie contenute nella raccolta di J.H. Yasmin “La mia patria sono io”, edito da Pop Edizioni.
L’autrice ha raccolto le voci di nove sue conterranee che, protette da un nome falso, hanno voluto narrare le loro storie vere, dolorose, fatte di soprusi, violenze, divieti di proseguire gli studi, obbligo di servire marito e suocera, nella speranza di poter dare uno scrollone a tutto questo, per assicurare un futuro migliore alle proprie figlie e alle proprie nipoti.
Un libro bello, importante e profondo, che riesce a immergerci in realtà spesso inimmaginabili, nonostante la vicinanza con i luoghi dove tutto questo accade quotidianamente.
In offerta a 9 euro! Anche in versione e-book, a 4,50 euro.

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