Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Oggi ricorre la Giornata internazionale dei bambini vittime di aggressioni.
Spesso la loro innocenza viene violata da gente priva di scrupoli, lo sappiamo bene, ma la storia che mi ha particolarmente colpito e che oggi voglio condividere con voi riguarda, più che i maltrattamenti subiti, il brillante riscatto della ragazzina che ne è protagonista.
Lei si chiama Adhara, ha undici anni, vive in Messico. Adhara è autistica, un disturbo che le è stato riconosciuto fin dalla più tenera età, quando gattonava per casa senza riuscire a parlare e cercando di interagire il meno possibile con gli altri.
Adhara possiede però un quoziente intellettivo altissimo. Addirittura superiore a quello di Albert Einstein, il quale, fra le altre cose, amava ripetere: “Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce da come riesce ad arrampicarsi su un albero, quel pesce passerà tutta la vita a credersi stupido”.
Ed è proprio così che trattavano Adhara a scuola: pretendevano facesse cose che la sua condizione non le permetteva. Perciò veniva bullizzata e considerata mentalmente incapace, contrariamente a ciò che in realtà è.
È stato solo quando qualcuno si è reso conto della sua enorme dimestichezza con la matematica che sono sorti i primi dubbi sulle sue reali potenzialità.
Aiutata e instradata, Adhara è riuscita a terminare le scuole elementari a cinque anni, le medie inferiori e superiori entro i nove, a undici si è laureata in ingegneria dei sistemi. Ora sogna un posto alla Nasa, e io le auguro di cuore di realizzare tutti i suoi desideri.
Chissà se qualcuno di quei bulli, nel frattempo, si è reso conto dell’errore commesso…
La vita di Adhara è la riprova di come delle apparenti difficoltà possano nascondere invece opportunità infinite.
Un ulteriore monito per noi tutti a guardare gli altri come tesori da scoprire. Basta solo un po’ d’aiuto iniziale, una piccola spinta perché l’intero meccanismo si metta in moto.
In ognuno di noi brilla una luce potentissima, ma bisogna saperla guardare.
(Francesca C.)