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Margot Robbie è una delle attrici più celebri al mondo, star di successi come “The Wolf of Wall Street” e “C’era una volta a Hollywood”, anche se molti la conoscono per la sua interpretazione di Harley Quinn in “Suicide Squad”.
Dua Lipa è una cantante famosa in tutto il globo, milioni di follower sui social e vincitrice di tre Grammy Awards.
Oltre a essere donne di talento e di successo, sono considerate icone di bellezza.
Ed è proprio per questo, forse, che entrambe sono state vittime di body shaming.
Alcune fotografie in vacanza, in costume da bagno e senza trucco, hanno scatenato velenosi commenti contro di loro su Twitter.
Dall’incredulità davanti a “tanto sfacelo” fino agli sgradevoli consigli di ricorrere alla chirurgia estetica, gli utenti si sono sbizzarriti, offrendo il peggio di sé.
E in tutti i commenti aleggiava il medesimo ostinato sentimento di “delusione”.
Delusione per cosa?
Per cellulite e smagliature?
Sembra quasi che le due star siano colpevoli di non essere fisicamente perfette, come se questo possa costituire un torto imperdonabile.
Ed è assurdo. La loro verità, la loro naturale bellezza sta proprio nelle foto “incriminate”, e non in quelle piene di filtri e ritocchi che riempiono web e copertine.
Anche gli uomini non sono esenti da questa indecente gogna: è successo a Jason Momoa e Zac Efron, altre due icone di bellezza che hanno osato apparire “normali” davanti agli occhi di chi li scruta.
Ma cosa ci spinge a essere così spietati, a godere dei difetti altrui, a ingigantire banali imperfezioni?
L’invidia? L’insicurezza? La scarsa considerazione che abbiamo di noi?
È probabile.
Perché temo che lo stesso sguardo impietoso, la stessa gratuita, inutile cattiveria, siamo abituati a rivolgerli anche verso di noi.
Ed è triste non riuscire a piacersi, non provare simpatia e affetto per questo corpo che ci accompagna da sempre, che combatte le nostre quotidiane battaglie, ingozzato di porcherie, costretto a giornate sedentarie, noiose o stressanti, eppure sempre fedele e pronto a sostenerci.
Perciò ho deciso che ogni volta che vedrò un paio di glutei che ballonzolano felici come budini, mi dirò: Oh! Sono belli, proprio come i miei.
(Sonia F.)

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